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Il ritorno a Pacognano, in costiera sorrentina, alla ricerca delle proprie origini si trasforma per Geremia Tolino, l’anziano giornalista ora direttore in pensione (si fa per dire) del periodico napoletano Camera con Vista e da tutti ormai conosciuto come Attico, in un tuffo in uno spiacevole passato.
Un processo celebrato quarant’anni prima con esito scontato si fa largo prepotentemente nella sua memoria. Il verdetto gli ricorda una cocente sconfitta perché fu sconfessata in pieno la sua ricostruzione degli eventi. Perché ora all’improvviso e in contemporanea i nomi dei due protagonisti di quella torbida storia di usura e di morte, imperniata appunto attorno ad Assunta Precchia e Manlio Spoldrini, vittima e carnefice, gli ritornano in mente?
Per cercare di dare risposta a questo interrogativo Attico, con lo stesso trasporto di tanti anni prima, riesamina il caso e rapidamente si convince che c’è qualcosa che allora gli è sfuggito e che deve ancora venire a galla. Con l’aiuto del suo pupillo Lorenzo Grimaldi e dell’ex vicequestore Fabio Guarino, allora si butta a capofitto in quel passato che, mano a mano, mette in evidenza tante analogie col presente.
Da quel passato, infatti, emerge una figura truce, che oggi organizza loschi traffici con molti gruppi camorristici dell’hinterland partenopeo. E sempre tuffandosi nel passato non senza esitazioni e raccapriccio, cerca la propria verità anche un giovane medico, Giorgio Quadri, che scopre che la madre,ormai morta, in gioventù ha conosciuto proprio Manlio Spoldrini.
Tra continui colpi di scena, la verità che il vecchio giornalista scoprirà, sconfiggendo malaffare e loschi personaggi in penombra, renderà giustizia ad un amore profondo ed infelice e aprirà la strada della speranza ad una giovane coppia lacerata dagli errori dei genitori.
